Il rischio nell’investimento azionario
Le azioni, si sa, sono strumenti rischiosi spesso indicati, esagerando, come la forma di investimento rischiosa per antonomasia. È dunque normale che i prezzi dei titoli azionari risultino sensibili alla percezione che gli investitori hanno del rischio, e che tale percezione, come è ovvio, cambi nel tempo. Si sarà ad esempio più propensi ad assumere rischi nelle fasi di espansione economica, piuttosto che in quelle di recessione. Non solo l’appetito per il rischio è mutevole, ma il concetto stesso è qualcosa di poliedrico, le cui varie facce assumono, nel tempo, importanza differente. Il prezzo di un’azione sarà quindi sensibile per esempio al rischio del settore di appartenenza della società (è il caso di un’azienda dell’abbigliamento quando una recessione riduce i consumi), al rischio geopolitico (tipico delle società petrolifere in presenza di tensioni sociali nei Paesi produttori), alla possibile perdita di un manager importante, e così via. Fra le tante facce del rischio ce n’è una che, normalmente, veniva ricollegata alle imprese dei Paesi emergenti, la cui capacità di realizzare utili è certamente influenzata dalla stabilità politica e finanziaria dello Stato di origine. Ciò che viene denominato, appunto, rischio-Paese.